
L’amaxofobia: definizione e caratteristiche (motori.forumfree.it)
La paura di guidare, rappresenta una fobia specifica che interessa una quota significativa della popolazione.
Questa condizione, più comune di quanto si immagini, si manifesta con segnali tipici dell’ansia come tremori, sudorazione e in casi estremi attacchi di panico, e può compromettere gravemente la vita sociale e lavorativa di chi ne soffre.
Il termine amaxofobia deriva dal greco antico, dove hàmaxa significa “carro” e phobos “paura”. Si tratta di un rifiuto irrazionale e persistente a condurre un veicolo, che non va confuso con altre forme di ansia come l’agorafobia. Le cause possono essere molteplici: esperienze traumatiche dirette come incidenti stradali o l’apprendimento indiretto della paura attraverso racconti di altri eventi spiacevoli.
Secondo approfondimenti recenti, la fobia può manifestarsi in diverse forme: c’è chi non riesce a salire in auto, chi teme guidare su autostrade o in tratti lunghi, chi non sopporta l’idea di viaggiare da solo o di portare passeggeri, in particolare bambini. Questa condizione spesso si accompagna a disturbi d’ansia correlati, come claustrofobia o attacchi di panico, aggravando il senso di insicurezza alla guida.
L’amaxofobia si caratterizza per la paura di perdere il controllo o di avere un attacco di panico durante la guida, con il rischio percepito di causare incidenti. Questo porta numerosi pazienti a evitare del tutto la guida, limitando il proprio raggio d’azione e condizionando fortemente la quotidianità.
Terapie efficaci e ruolo dello psicologo
La diagnosi e il trattamento dell’amaxofobia richiedono un approccio specialistico. Lo psicologo e psicoterapeuta cognitivo-comportamentale Francesco Vincelli dell’Istituto Auxologico Italiano di Milano sottolinea come questa fobia possa essere affrontata con successo attraverso terapie mirate. La terapia cognitivo-comportamentale è considerata il trattamento di elezione: punta a desensibilizzare il paziente alla paura mediante tecniche di rilassamento e la ristrutturazione di pensieri disfunzionali legati al pericolo percepito.
Inoltre, l’uso di tecnologie innovative come i simulatori di realtà virtuale, disponibili in alcune scuole guida, ha dimostrato di accelerare il percorso di recupero. Questi strumenti permettono al paziente di affrontare gradualmente situazioni di guida in un ambiente controllato e sicuro, riducendo progressivamente l’ansia.
La fase finale del trattamento prevede un accompagnamento diretto del paziente da parte dello psicoterapeuta durante il primo ritorno al volante, un momento cruciale per consolidare la fiducia nelle proprie capacità.

L’Istituto Auxologico Italiano offre un servizio integrato di Psicologia Clinica e Psicoterapia, coordinato da Gianluca Castelnuovo, Professore Ordinario di Psicologia Clinica presso l’Università Cattolica di Milano. L’équipe è composta da psicologi, psicoterapeuti e psichiatri specializzati che operano attraverso diversi setting terapeutici: sedute in presenza, consulenze online e percorsi ospedalieri per casi complessi.
Il servizio risponde in modo completo alle esigenze di pazienti di ogni età, garantendo un approccio personalizzato e aggiornato, con un forte legame con la formazione universitaria e la ricerca scientifica.
Impatto sociale e clinico dell’amaxofobia
Studi recenti evidenziano che l’amaxofobia può compromettere non solo la mobilità individuale, ma anche la vita professionale, impedendo spostamenti necessari. Una ricerca spagnola coordinata dal dottor Antonio García Infanzón ha rilevato che circa il 6% degli automobilisti affetti da questa fobia perde completamente la capacità di guidare, mentre molti altri limitano fortemente la propria autonomia.
I pazienti con amaxofobia spesso sperimentano timori specifici, tra cui l’ansia di un attacco di panico al volante, la paura di non saper gestire situazioni critiche come sorpassi o attraversamenti di ponti, il rischio di smarrimento in strade sconosciute, e la paura di un comportamento improvviso e incontrollabile che possa causare incidenti. Questi vissuti si traducono in una contrazione fisica e psicologica che rende estremamente difficile vivere serenamente l’esperienza della guida.
L’amaxofobia si inserisce quindi in un quadro più ampio di disturbi d’ansia e può coesistere con sintomatologie depressive, richiedendo un intervento multidimensionale e personalizzato per il recupero della qualità di vita.