
Le forze G e l’impatto sul corpo umano(motori.forumfree.it)
La Formula 1 continua a rappresentare la massima espressione dell’automobilismo mondiale, non solo per la tecnologia all’avanguardia.
Ma cosa accadrebbe al corpo di una persona comune se si trovasse a bordo di una monoposto di F1? Un quesito che va oltre la semplice curiosità tecnica e che mette in luce quanto il fisico dei piloti di Formula 1 sia specificamente allenato per affrontare le estreme sollecitazioni di questo sport.
Una monoposto di Formula 1 genera forze G impressionanti durante ogni fase di gara: accelerazione, frenata e soprattutto in curva. L’accelerazione da 0 a 100 km/h si realizza in tempi intorno a 2,3 secondi, con forze che possono raggiungere i 3-4 G. Durante le frenate, si decelera da circa 320 km/h fino a quasi l’arresto completo in appena 4 secondi, esponendo il corpo a forze fino a 6 G. I piloti devono esercitare una forza di circa 180 kg sul pedale del freno, senza alcun tipo di assistenza elettronica o meccanica.
Ma è nelle curve che si tocca il massimo: le forze laterali possono arrivare a 6,5 G, e in casi estremi anche a 7 G. Sottoposti a queste sollecitazioni, il corpo umano si percepisce fino a sette volte più pesante, un carico notevole soprattutto per collo e muscolatura del core, che devono mantenere la stabilità e controllare le pulsazioni cardiache.
Un corpo non allenato in modo specifico, come quello di una persona comune, subirebbe un impatto devastante: la testa verrebbe sballottata violentemente, aumentando il rischio di perdita di conoscenza o gravi traumi. La respirazione diventerebbe difficoltosa, e la pressione sulle articolazioni e sui muscoli sarebbe insostenibile.
Il ruolo cruciale dell’allenamento e della preparazione fisica
Non è un caso che i piloti di Formula 1 siano considerati veri e propri atleti. Devono infatti possedere riflessi fulminei e una concentrazione estrema, capaci di reagire in pochi millisecondi a ogni situazione. Max Verstappen, quattro volte campione del mondo consecutivamente fino al 2024 con la Red Bull, è spesso mostrato in video mentre guida con incredibile calma, senza nemmeno sbattere le palpebre. Questo perché, in Formula 1, anche una minima distrazione può significare uscire di pista o causare incidenti gravi.
I piloti sono generalmente molto giovani, in modo da mantenere al massimo livelli di attenzione, coordinazione e resistenza fisica e mentale. La loro routine di allenamento è mirata a sviluppare la forza del collo, la resistenza cardiovascolare e la capacità di gestire lo stress, elementi indispensabili per sopportare le forze incontrollabili di una gara.
Per chi non è preparato, anche la semplice azione di entrare in una monoposto può risultare complicata: la posizione di guida è estremamente particolare, i movimenti devono essere precisi e i comandi – sterzo e pedali – richiedono una forza e una sensibilità che un pilota comune difficilmente possiede. In movimento, anche forze da 1-2 G renderebbero il corpo più pesante, complicando la respirazione e mettendo a dura prova il collo.

La Formula 1 è nata nel 1950 ed è cresciuta fino a diventare la massima categoria mondiale di competizioni su monoposto a ruote scoperte, regolata oggi dalla FIA e gestita dal Formula One Group di Liberty Media. La tecnologia di queste vetture è talmente avanzata che il pilota deve essere in grado di gestire una macchina con motore 1.6 V6 turbo-ibrido, senza alcun tipo di assistenza elettronica nei comandi base come freni e sterzo.
Max Verstappen, attuale campione del mondo e uno dei protagonisti più seguiti, rappresenta al meglio questa nuova generazione di piloti: dotato di un fisico allenato, riflessi straordinari e una resistenza mentale fuori dal comune, è l’esempio di come la Formula 1 non sia solo velocità, ma soprattutto un test estremo per il corpo umano.
Le monoposto di Formula 1 possono raggiungere velocità superiori ai 350 km/h, e ogni frazione di secondo conta per evitare incidenti e massimizzare le prestazioni. La capacità di mantenere la concentrazione e resistere alle forze G può fare la differenza tra la vittoria e una gara finita prematuramente.
Il grande pubblico spesso sottovaluta questi aspetti, concentrandosi solo sui risultati finali e sulle strategie di gara, ma chi si cimenta in questa disciplina deve affrontare sfide fisiche e mentali che pochi altri sport possono eguagliare.