
Il nodo dell’accordo commerciale tra UE e USA(motori.forumfree.it)
La Germania ha lanciato un appello urgente a Bruxelles affinché venga rivisto il recente accordo commerciale siglato con gli Stati Uniti.
Al centro della contestazione vi è l’imposizione di un arancel del 15% sulle esportazioni di autoveicoli verso il mercato statunitense, una misura che penalizza fortemente i produttori europei, mentre paesi come il Regno Unito hanno ottenuto condizioni più favorevoli in termini di tassazione.
Il 27 luglio 2025, la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, e il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, hanno raggiunto un’intesa che prevede un arancel unico e globale del 15% sulle merci esportate in territorio americano. Tale tariffa esclude solo alcune categorie di prodotti strategici, tra cui aeromobili, prodotti chimici, farmaci generici e risorse naturali. Tuttavia, il settore dell’automotive, che sperava di essere incluso tra i beni esenti o almeno di beneficiare di un sistema tariffario reciproco, si è trovato di fronte a una realtà ben diversa.
Le associazioni di categoria tedesche hanno espresso un giudizio severo, evidenziando come questo accordo rifletta un disequilibrio di potere tra Bruxelles e Washington. È stata sottolineata la disparità che vede l’Europa soggetta a pagare una tassa del 15% per esportare i propri veicoli negli Stati Uniti, mentre i produttori americani non sono soggetti a imposizioni equivalenti sulle importazioni.
Le preoccupazioni del settore automobilistico tedesco
Le principali case automobilistiche tedesche, tra cui Audi e Volkswagen, hanno già rivisto al ribasso le loro previsioni di fatturato per il 2025 a causa dell’impatto di queste politiche tariffarie. Audi, in particolare, ora stima ricavi compresi tra i 65 e i 70 miliardi di euro, rispetto a una precedente stima che oscillava tra 67,5 e 72,5 miliardi. Anche il margine operativo è stato rivisto, attestandosi tra il 5% e il 7%, ben al di sotto delle aspettative iniziali.
Inoltre, il Gruppo Stellantis ha aggiornato la stima dell’impatto netto degli arancel a circa 1,5 miliardi di euro per il 2025, con 300 milioni già contabilizzati nel primo semestre. La casa automobilistica Cupra ha annunciato il rinvio del proprio ingresso nel mercato statunitense, originariamente previsto per il 2030, a causa delle incertezze generate dall’accordo.
Un punto di particolare preoccupazione riguarda le condizioni che Bruxelles dovrà rispettare per mantenere l’arancel al 15%, come investimenti negli Stati Uniti, acquisti di prodotti energetici e militari, e l’apertura di nuovi mercati. Se tali impegni non venissero rispettati, il settore teme un’escalation delle tariffe o una loro applicazione più restrittiva, con conseguenze negative per la stabilità e la pianificazione a medio termine delle aziende automobilistiche europee.

L’accordo è stato siglato sotto la presidenza di Donald Trump, al suo secondo mandato iniziato nel gennaio 2025. La sua amministrazione ha adottato una politica energetica fortemente orientata all’indipendenza energetica degli Stati Uniti e al rilancio dell’industria nazionale, in particolare del settore carbonifero. Questa strategia, che si basa su un approccio spesso definito protezionistico e nazionalista, ha portato a una revisione delle regolamentazioni ambientali, con l’obiettivo di favorire lo sviluppo delle risorse energetiche interne, anche a discapito degli impegni globali per la lotta contro il cambiamento climatico.
La politica energetica di Trump si caratterizza per la volontà di smantellare le restrizioni imposte dalle precedenti amministrazioni, in particolare quelle relative alle emissioni di CO2 e alle concessioni minerarie. Questo orientamento ha suscitato preoccupazioni a livello internazionale, poiché rischia di rallentare la transizione verso energie più pulite e di compromettere gli accordi raggiunti a livello globale, come l’Accordo di Parigi.
Per l’industria automobilistica europea, questa politica energetica rappresenta una sfida ulteriore, poiché il settore è fortemente impegnato nello sviluppo di veicoli a basse emissioni e nella transizione verso modelli più sostenibili. L’incremento delle tariffe d’importazione negli Stati Uniti rende più difficile per le case europee competere in un mercato dove le politiche protezionistiche e le priorità nazionali statunitensi sono particolarmente accentuate.