
Discussione con i vigili (Depositphotos foto) - www.motori.forumfree.it
Se dici queste cose ad un vigile diventa uno scenario da incubo: ecco le frasi che devi evitare assolutamente.
La qualifica degli ausiliari del traffico è spesso oggetto di dibattito, soprattutto quando si tratta di valutare la portata giuridica degli insulti o delle minacce rivolte loro durante lo svolgimento delle loro funzioni. È importante chiarire se tali figure possano essere considerate pubblici ufficiali o semplicemente incaricati di un pubblico servizio, e quali conseguenze penali possano derivare da comportamenti offensivi nei loro confronti.
Il reato di oltraggio a pubblico ufficiale è disciplinato dal codice penale e si configura solo in presenza di specifiche condizioni. Non basta la semplice ingiuria, che dal momento dell’abrogazione del reato è punita solo in determinate circostanze. Perché si possa parlare di oltraggio, l’insulto deve: offendere l’onore o il prestigio della persona e, indirettamente, della pubblica amministrazione cui essa appartiene. Ad esempio, accusare un agente di polizia di corruzione rientra in questa fattispecie.
E poi ancora essere pronunciato in un luogo pubblico o in un ambiente accessibile al pubblico, come una strada, un bar, un cinema o un ristorante. Essere rivolto in presenza di almeno altre due persone oltre al destinatario; avvenire mentre il soggetto offeso sta svolgendo un atto inerente alle sue funzioni ufficiali. Solo se questi presupposti sono rispettati, l’insulto può integrare il reato di oltraggio, punito con la reclusione fino a tre anni.
L’ausiliare del traffico è un pubblico ufficiale?
Una questione centrale riguarda proprio la qualifica dell’ausiliare del traffico. La giurisprudenza più recente ha chiarito che, quando l’ausiliare esercita funzioni di accertamento e contestazione delle violazioni al Codice della Strada, assume la qualifica di pubblico ufficiale. Questo implica che un insulto rivolto a un ausiliario mentre emette una multa costituisce un vero e proprio oltraggio a pubblico ufficiale.

Tale orientamento è stato consolidato da diverse sentenze che hanno riconosciuto agli ausiliari uno status giuridico più elevato rispetto a quello di semplici incaricati di pubblico servizio, almeno per le funzioni specifiche di accertamento delle infrazioni stradali. Di conseguenza, il rispetto dovuto a un pubblico ufficiale si estende anche a questi operatori quando sono impegnati nel loro ruolo.
Minacce all’ausiliare del traffico: tipologia di reato e aggravanti
Quando, invece, l’ausiliare del traffico è minacciato, può configurarsi il reato di minaccia aggravata. Il codice penale prevede che la minaccia rivolta a un pubblico ufficiale o a un incaricato di pubblico servizio, nell’esercizio delle proprie funzioni o a causa di queste, rappresenti un’aggravante significativa. La Corte di Cassazione ha precisato che gli ausiliari del traffico sono da considerarsi almeno incaricati di un pubblico servizio quando procedono all’accertamento di violazioni, come il divieto di sosta nelle aree sottoposte a concessione. In questi casi, la minaccia diretta a tali operatori comporta l’applicazione di misure più severe.
Un aspetto rilevante della giurisprudenza italiana è che il reato di minaccia aggravata si configura anche se il pericolo non si è concretizzato realmente, ma è idoneo a generare nel destinatario un timore fondato, con conseguente compressione della sua libertà morale e capacità di autodeterminazione.
Queste indicazioni giurisprudenziali sottolineano l’importanza di tutelare la funzione pubblica svolta dagli ausiliari del traffico, riconoscendo loro uno status che permette di sanzionare penalmente comportamenti offensivi o intimidatori nei loro confronti durante l’esercizio delle funzioni. In questo modo, si garantisce rispetto e sicurezza per chi opera nel rispetto delle norme e contribuisce al corretto funzionamento della mobilità urbana.